I love you, Welcome to Iran: Italian in Iran

By February 17, 2018 September 16th, 2019 Iran, Online Community

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By Alessandro Longoni, SYI Facebook Group Member

🇬🇧 He is Cyrus. Even if his name might suggest otherwise to some of us, Cyrus is Iranian. He stopped me yesterday while I was walking in Shiraz, offering me one of his felafels without wanting me to buy anything, as it always happens in Iran.

At the beginning, you tend to think they want money or something else from you, but then you start realising there is a genuine interest to get to know you and your culture. Travelling outside of Iran is almost impossible for many Iranians.

Cyrus did not speak English but the first question in Iran is always “where do you come from?”. It does not matter the answer, what comes after that is: “I love you”, “Welcome to Iran”.

We were joined by some other people offering me bread and a disgusting supersweet can of a cherry beverage that I finished with a smile, while we got surrounded by kids coming out of school wearing a hijab and shouting “hello” giggling after that.

I decided to buy a felafel from Cyrus even if he refused, to prove his point he did not want to sell anything. I ate it with the locals, feeling part of the community. I offered them a cinnamon chewing gum and only one of them accepted.

Cyrus wanted to take a picture with me and kept hitting his chest on his heart saying “Iran is good”.

Cyrus, there is not a lot that I can do, other than sharing your story as one of the examples of the most enriching journey I experienced in one of the most underrated countries in the world and that recalls unjustified fears.

Hopefully one day this story will be told to the world and the bad press on Iran will stop. And I hope that one day you’ll find this picture online and someone will translate for you how incredible you made me feel.

You are the embodiment of what Iran is and one of the highlights of my long-term travelling experience.

Thank you. We love #Iran too.

🇮🇹 Lui e’ Cyrus. Anche se il suo nome puo’ non sembrarlo, Cyrus e’ iraniano e mi ha fermato ieri mentre camminavonei vicoli di Shiraz offrendomi uno dei suoi felafel senza volere che io comprassi niente, cosa che succede regolarmente in Iran.

Inizialmente, si e’ portati a pensare che vogliano soldi, ma successivamente si comprende che c’e’ un interesse genuino a parlare con stranieri e a conoscere la nostra cultura. Viaggiare all’esterno del paese e’ quasi impossibile per gli iraniani.

Cyrus non parlava inglese ma la prima domanda in Iran e’ sempre “da dove vieni?” non importa la risposta, subito dopo si apriranno in un sorriso gentile e ti verra’ detto: “ti amiamo / benvenuto in Iran”.

Poco dopo si sono aggregate altre persone che mi hanno offerto pane e una disgustosa lattina di una bevanda dolciastra al sapore di ciliegia che ho bevuto con un sorriso, mentre venivamo circondati da ragazzini che uscivano da scuola che indossavano il velo e urlavano “hello” ridacchiando dopo avermi guardato.

Ho deciso di comprare un felafel da Cyrus anche se inizialmente ha rifiutato per provare il suo punto che non volesse vendermi nulla e lo ho mangiato con i locali, sentendomi parte della community. Ho offerto loro una cicca alla cannella e solo uno di essi ha accettato.

Cyrus voleva fare una foto insieme e continuava a colpire il suo petto sul cuore ripetendo: “l’Iran e’ buono”.

Cyrus, non c’e’ molto che io possa fare, tranne che condividere questa storia come uno degli esempi di un percorso incredibile in un paese ancora poco considerato come destinazione per un viaggio e che richiama timori ingiustificati.

Spero che un giorno questa storia, una storia diversa, verra’ raccontata a tutto il mondo e tutte le brutte storie che vengono raccontate sull’Iran saranno solo un lontano ricordo.

Spero che un giorno, troverai questa foto online e qualcuno ti tradurra’ quanto tu mi abbia fatto sentire speciale.

Sei il volto di quello che e’ l’Iran e uno dei momenti piu’ importanti del mio viaggio a lungo termine.

Grazie. Amiamo l’Iran anche noi.

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